Storia di Natale: una sfortunata emigrata veneta in California quella “Madonnina”
Piccola sorprendente storia che pochi conoscono, di un’immagine che tutti conoscono. Ricerca e scoperta delle proprie radici, dolore, tenacia, immigrazione. Dal Veneto alla California e ritorno. Raccontata a Natale, per ricordarci chi siamo.
Con gli auguri di Italiani di Frontiera
Per la prima volta a Venezia, da dove i suoi erano partiti, suor Angela Marie Bovo, nata a Oakland, California, finalmente capì.
Capì chi erano i genitori che lei e i suoi nove fratelli avevano perso.
Capì il significato di quella strana posa nell’ultima foto della vecchia mamma, che strana lo era da tanto tempo, quasi mezzo secolo trascorso in ospedali psichiatrici, la mente sconvolta dal trauma di un marito morto lasciandola con dieci bocche da sfamare, in un Paese in cui lei non apriva bocca perché non ne parlava la lingua.
E capì grazie a un quadro, che tutti conosciamo.
Come i fratelli, Angela Marie Bovo era cresciuta in orfanotrofio, prima di prendere i voti e farsi suora. Ma non aveva mai rinunciato a cercar di scoprire le proprie radici. Qual era la storia di quella mamma, partita giovanissima col marito dall’Italia e impazzita dopo una tragedia familiare? E c’erano ancora parenti oltreoceano che potessero aiutarla a scoprire quella storia?
Nata nel 1920, Angela Marie Bovo aveva preso i voti a diciannove anni e per 35 anni si era dedicata all’insegnamento nel Nord della California. Ne aveva 64 quando finalmente realizzò il suo sogno: arrivare a Venezia, da dove i suoi erano partiti, con in mano i loro documenti, per tentare di ricostruire la loro storia. Colpo di fortuna, trovare nel convento veneziano delle Suore di Carità Maria Bambina una giovane americana in grado di aiutarla a districarsi con l’italiano nell’archivio dell’anagrafe, sino a scoprire che due vecchie zie, ormai ottantenni, erano ancora vive.
L’incontro, fra abbracci e lacrime, con la giovane americana a fare da interprete, nella casa di Venezia in cui anche sua madre, Angela Cian, era vissuta, prima di sposarsi e partire col marito Antonio Bovo per la California.
Su una parete, una delle immagini più popolari della Madonna, un dipinto riprodotto infinite volte su stampe, santini, libri sacri. “Questa è tua madre”, disse una delle zie. Suor Angela Marie annuì, pensando alla Madonna. Ma quella invece era la sua vera mamma. Aveva undici anni, Angela Cian, quando il pittore Roberto Ferruzzi (1853–1934) nato in Dalmazia da genitori italiani l’aveva incontrata a Luvigliano (Padova) sui Colli Euganei dove viveva.
Colpito dalla sua grazia mentre accudiva il fratellino, le aveva chiesto di posare col bimbo in braccio, per un quadro diventato un simbolo di maternità. Il dipinto vinse la Biennale di Venezia del 1897 ed ebbe un tale successo popolare come immagine della madre di Gesù che lo stesso pittore lo ribattezzò “Madonnina”.
Passato più volte di mano per cifre consistenti, il quadro sarebbe andato dispersonell’oceano con una nave affondata dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Ma prima era stato riprodotto dai Fratelli Alinari, che fecero la sua fortuna con infinite stampe diffuse ovunque con titoli diversi.
Arrivata in California nell’anno del terremoto che distrusse San Francisco (1906), un equilibrio psichico precipitato con la morte del marito nell’anno della Grande Crisi (1929), Angela Cian non aveva raccontato a nessuno di quel quadro, dopo che i genitori l’avevano rimproverata ritenendo sconveniente che avesse fatto da modella.
Suor Angela Marie capì che nella mente sconvolta della mamma il ricordo di quel quadro non si era perso, quando vide a casa della sorella l’ultima foto scattata alla madre ricoverata. Si era alzata da una panchina in silenzio, si era coperta con un velo e davanti all’obbiettivo si era messa nella stessa posa di quel quadro. Conosciuto in tutto il mondo, che un anno fa, Natale 2017, Sydney ha proiettato sulla facciata della sua cattedrale.
fonte principale: https://ecatholic2000.com/wp/madonna-of-the-streets-by-jacqueline-galloway/